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  • Copate: Storia, Ricetta e Segreti del Dolce “dei Monaci” tra Siena e l’Antica Roma

    Copate: Storia, Ricetta e Segreti del Dolce “dei Monaci” tra Siena e l’Antica Roma

    Leggere come piume, croccanti e profumate di miele e mandorle. Le Copate (o Copate Senesi) sono uno dei dolci più antichi e caratteristici della tradizione toscana, un vero e proprio gioiello di semplicità e gusto che racconta secoli di storia, di arte monastica e di scambi commerciali. Se il Panforte è il re dei dolci senesi, le Copate sono la sua versione più delicata e mistica, un dolce che sembra sospeso tra cielo e terra.

    Scopriamo insieme le loro origini, come prepararle in casa e il modo migliore per assaporarle.

    Storia e Curiosità: Dalle “Offelle” dei Monaci alle Feste Contadine

    Il nome “Copata” deriva dal latino “cupa” o “copa”, che significa botte, con riferimento ai testi o coperchi di terracotta tra cui venivano cotte le sottilissime cialde. La loro storia è antichissima e affonda le radici addirittura nel mondo classico.

    • Origini Romane: Esiste una ricetta di un dolce molto simile, chiamato “crustulum”, nel ricettario di Marco Gavio Apicio, il più famoso gastronomo dell’antica Roma del I secolo d.C. Questo dolce, fatto di miele e mandorle racchiusi tra due cialde, può essere considerato il progenitore delle nostre Copate.
    • La Tradizione Monastica: Nel Medioevo, la ricetta si rifugiò e si perfezionò all’interno dei monasteri e dei conventi. Qui, i monaci, abili nell’apicoltura e nella lavorazione delle mandorle, iniziarono a produrre le Copate come dolce da consumare in occasioni speciali o da offrire agli ospiti importanti. La loro forma rotonda e bianca richiamava l’ostia consacrata, tanto che in alcune zone venivano chiamate “Pane degli Angeli”.
    • Dolce delle Grandi Occasioni: Data la preziosità degli ingredienti (miele, mandorle e spezie), le Copate erano un tempo riservate alle festività principali, in particolare al Natale e alla Pasqua. Erano un dono prezioso e un simbolo di celebrazione.

    Oggi, le Copate sono un pilastro del Fagotto Senese e un dolce amato in tutta la Toscana, soprattutto nelle province di Siena e Grosseto.

    La Ricetta delle Copate Senesi

    Preparare le Copate in casa è un’operazione che richiede un po’ di pazienza, ma il risultato è davvero sorprendente. La ricetta originale prevede l’uso di ostie, che fungano da cialde.

    Ingredienti (per circa 15-20 Copate):

    • 15-20 ostie tonde per comunione (del diametro di circa 8-10 cm)
    • 300g di mandorle pelate
    • 250g di miele millefiori (o di acacia per un sapore più delicato)
    • 200g di zucchero semolato
    • La scorza grattugiata di 1 arancia non trattata
    • 1 cucchiaino di cannella in polvere
    • 1 albume (facoltativo, per rendere il composto più compatto)

    Procedimento:

    1. Trita le Mandorle: Tosta le mandorle in forno a 180°C per 5-7 minuti fino a quando non saranno dorate e profumate. Lasciale raffreddare completamente, poi tritale grossolanamente. Non devono essere troppo fini, per mantenere una piacevole croccantezza.
    2. Prepara il Composto di Miele e Mandorle: In un pentolino, metti il miele e lo zucchero. Scaldi a fuoco medio-basso, mescolando continuamente, fino a quando lo zucchero non si sarà completamente sciolto e il composto avrà raggiunto una temperatura di circa 120-125°C (stadio della “palla dura”). Se non hai un termometro, fai la prova della goccia in un bicchiere d’acqua fredda: deve formare una palla malleabile.
    3. Manteca il Composto: Togli il pentolino dal fuoco e aggiungi immediatamente le mandorle tritate, la scorza d’arancia e la cannella. Mescola energicamente con un cucchiaio di legno. Il composto inizierà a cristallizzare e a diventare opaco e granuloso. È un passaggio fondamentale per la giusta consistenza.
    4. Assembla le Copate: Prendi una ostia e disponi al centro un cucchiaio abbondante del composto di mandorle, schiacciandolo leggermente. Copri con una seconda ostia, premendo con delicatezza per far aderire i due dischi. Procedi così fino a esaurire gli ingredienti.
    5. La Pressatura (Opzionale ma Tradizionale): Per un risultato perfetto, metti le copate assemblate tra due piani (ad esempio due teglie) e appoggia sopra un peso leggero (un libro pesante) per qualche ora. Questo step farà aderire meglio le ostie al ripieno.
    6. Essiccazione: Lascia le Copate riposare in un luogo asciutto per almeno 12-24 ore prima di consumarle. Questo permetterà alle ostie di ammorbidirsi leggermente assorbendo l’umidità del miele, raggiungendo la tipica consistenza “a sandwich” morbido-croccante.

    Quando e Come Mangiarle: Il Dolce della Festa

    Le Copate sono dolci legati a momenti di convivialità e celebrazione.

    • Natale e Pasqua: Sono le feste per eccellenza in cui trovano posto sulle tavole toscane, spesso come conclusione del pranzo festivo.
    • Il Fagotto Senese: Sono una componente classica e amatissima del paniere dei dolci senesi da regalare.
    • Fine Pasto: Perfette come dolcetto da accompagnare a vini liquorosi o a una tazza di tè.
    • Momento del Caffè: Ottime da sgranocchiare insieme a un caffè come dolcetto spezza-fame.

    Gli Abbinamenti Perfetti

    La delicatezza delle Copate richiede abbinamenti che non le sovrastino, ma che ne esaltino la dolcezza e la croccantezza.

    • Vin Santo: L’abbinamento classico e intramontabile. La sapidità e la complessità del Vin Santo creano un contrasto sublime con la dolcezza del miele e delle mandorle.
    • Moscadello di Montalcino: Un altro grande vino passito toscano, leggermente più aromatico, che sposa benissimo le spezie della Copata.
    • Tè Leggero: Un tè bianco o un tè verde giapponese (come un Sencha) sono abbinamenti raffinatissimi. La loro delicatezza non copre il sapore del dolce e pulisce il palato con eleganza.

    Le Copate sono un dolce che parla di silenzio, di pazienza e di tradizione. Assaggiarne una significa fare un viaggio nel tempo, tra i chiostri di un monastero medievale e le cucine calde delle feste di una volta. Un’autentica delizia da preservare e raccontare.

    Le conoscevi? Hai mai avuto l’occasione di assaggiare le Copate?

  • Ricciarelli di Siena: Storia, Ricetta e Segreti del Dolce di Mandorle più Famoso della Toscana

    Ricciarelli di Siena: Storia, Ricetta e Segreti del Dolce di Mandorle più Famoso della Toscana

    Profumano di arancia candita e di mandorle dolci, hanno una forma rustica a diamante e una superficie bianca e screpolata che promette una morbidezza incredibile. Stiamo parlando dei Ricciarelli di Siena, uno dei dolci più iconici e amati della Toscana, un vero e proprio gioiello di pasticceria che va ben oltre il semplice biscotto.

    Scopriamo insieme la loro affascinante storia, i segreti per prepararli in casa e come gustarli per un’esperienza indimenticabile.

    Storia e Leggende: Da Oriente a Siena

    La storia dei Ricciarelli è avvolta in un alone di leggenda che si mescola alla storia vera. Le loro radici affondano nell’epoca medievale, periodo di intense rotte commerciali e scambi culturali.

    • La Leggenda del Nobile Senese: Si racconta che un nobile senese, di ritorno dalle Crociate, portò con sé dalla Terra Santa una ricetta di dolcetti arabi a base di mandorle, miele e spezie. Questi dolci, chiamati “marzapani”, vennero rielaborati nelle cucine dei palazzi senesi, dando vita a una nuova prelibatezza.
    • Le Nozze di Bianca Cappello: Un’altra teoria li vuole protagonisti delle fastose nozze, nel 1579, tra il Granduca Francesco I de’ Medici e la veneziana Bianca Cappello. Si dice che furono creati per l’occasione e che il loro nome, “Ricciarelli”, derivi dalla forma, che ricorda le ali ripiegate di un angelo (“ricciarello” in senese potrebbe riferirsi a qualcosa di arricciato).
    • La Prima Testimonianza Ufficiale: Al di là delle leggende, la prima documentazione ufficiale che cita i Ricciarelli risale al XVII secolo in un documento della Repubblica di Siena, dove vengono menzionati tra i dolci tassati. Ciò conferma che erano già una specialità così diffusa da essere soggetta a gabella.

    Qualunque sia la loro vera origine, i Ricciarelli sono da secoli il simbolo della dolceria senese, tutelati oggi dal marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta), che ne garantisce la ricetta tradizionale e la produzione nel territorio della provincia di Siena.

    La Ricetta Autentica dei Ricciarelli di Siena

    Preparare i Ricciarelli in casa è un’esperienza gratificante che riempie la casa di profumi meravigliosi. La ricetta autentica prevede pochi, semplici ma fondamentali ingredienti.

    Ingredienti (per circa 20 ricciarelli):

    • 250g di mandorle pelate
    • 250g di zucchero semolato
    • 100g di zucchero a velo (+ altro per la finitura)
    • 2 albumi medi (circa 80g)
    • La scorza grattugiata di 1 arancia non trattata
    • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia o una bacca di vaniglia
    • 1/2 cucchiaino di lievito per dolci in polvere (facoltativo, per una texture più aerea)
    • Carta di riso (o carta forno)

    Procedimento:

    1. Tosta le Mandorle: Spargi le mandorle su una teglia e tostale in forno a 180°C per 5-7 minuti, fino a quando non saranno leggermente dorate e profumate. Lasciale raffreddare completamente.
    2. Trita le Mandorle: Trita finemente le mandorle raffreddate insieme allo zucchero semolato. Attenzione a non trasformarle in una pasta: devono rimanere in granelli per dare la giusta consistenza.
    3. Impasta: In una ciotola capiente, unisci il trito di mandorle e zucchero, lo zucchero a velo, la scorza d’arancia, la vaniglia e il lievito (se lo usi). Aggiungi gli albumi leggermente montati a schiuma (non montati a neve) e inizia ad amalgamare il tutto. L’impasto sarà inizialmente appiccicoso.
    4. La Maturazione (Fase Cruciale!): Avvolgi l’impasto nella pellicola trasparente e lascialo riposare in frigorifero per almeno 24 ore. Questo passaggio è fondamentale perché lo zucchero si sciolga leggermente, gli aromi si fondano e l’impasso diventi più malleabile e saporito.
    5. Forma i Ricciarelli: Prendi piccole porzioni di impasto (circa 20-25g) e formate dei cilindretti. Appiattiscili leggermente dandone la classica forma ovale o a diamante. Passa ogni ricciarello nello zucchero a velo, ricoprendolo generosamente.
    6. Cuoci: Disponi i ricciarelli sulla teglia foderata con carta di riso (che è la tradizione e impedisce di attaccarsi) o carta forno. Inforna in forno preriscaldato a 150°C per circa 15-20 minuti. I Ricciarelli non devono dorarsi, ma rimanere bianchi. La superficie si screpolerà, creando l’effetto tipico.
    7. Raffredda: Sfornali e lasciali raffreddare completamente sulla teglia. Si induriranno leggermente all’esterno ma rimarranno morbidissimi all’interno.

    Quando e Come Mangiarli: Il Rituale del Gusto

    I Ricciarelli sono dolci per tutti i giorni, ma sono legati a due momenti precisi dell’anno:

    • Natale: Sono il dolce natalizio senese per eccellenza, immancabile nel fagotto dei “pani dolci” da regalare e da gustare durante le feste.
    • Festa dei Defunti: In molte famiglie toscane, la produzione dei Ricciarelli inizia proprio a inizio novembre, come dolce fine e raffinato per onorare la Festa dei Defunti.

    Come assaggiarli al meglio?
    Non vanno mangiati di fretta. Accompagnateli con:

    • Un Vin Santo: L’abbinamento classico, intramontabile. Il sapore dolce e complesso del Vin Santo si sposa alla perfezione con le mandorle e l’arancia, in un sorso che è pura poesia.
    • Un Tè nero o un Infuso: Un tè o un infuso alla cannella e arancia esaltano le spezie e la morbidezza del dolce.
    • Una Cioccolata Calda: Soprattutto in inverno, l’abbinamento con una cioccolata calda densa e profumata è un vero comfort food.

    Serviteli a fine pasto come un vero dessert o come dolce spezza-fame nel pomeriggio. Lasciate che si sciolgano in bocca per apprezzarne ogni sfumatura.

    I Ricciarelli non sono solo un dolce. Sono un pezzo di storia, un simbolo di accoglienza e un inno alla semplicità degli ingredienti di qualità. Assaggiarne uno significa assaggiare un po’ dell’anima dolce e orgogliosa di Siena.

    Hai mai provato a fare i Ricciarelli in casa? Qual è il tuo abbinamento preferito? 

  • Ricciarelli di Siena: I Delicati Gioielli di Mandorla della Toscana

    Ricciarelli di Siena: I Delicati Gioielli di Mandorla della Toscana

    Cosa Sono i Ricciarelli?

    Ricciarelli di Siena sono squisiti biscotti a base di mandorle dalla caratteristica forma romboidale, protetti dal marchio PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale). Con la loro superficie leggermente screpolata e una consistenza morbida e compatta, rappresentano una delle più antiche specialità dolciarie toscane.

    • Origini medievali: Si narra che siano stati portati a Siena da un cavaliere di ritorno dalle Crociate, ispirati ai dolci arabi.
    • Ingredienti semplici: Mandorle dolci, zucchero, albume d’uovo e scorza d’arancia candita.
    • Aspetto distintivo: Spolverati di zucchero a velo prima della cottura, che crea una caratteristica crosticina bianca.

    Quando e Come Gustarli

    ✔ Il Momento Perfetto

    • A colazione: Accompagnati da un cappuccino o una tazza di tè.
    • A fine pasto: In abbinamento a vini dolci come il Vin Santo.
    • Durante le feste: Tradizionali a Natale, ma ottimi tutto l’anno.

    ✔ Dove Assaggiarli

    • A Siena: Pasticcerie storiche come Nannini o Bini.
    • In tutta la Toscana: Disponibili nelle migliori pasticcerie artigianali.
    • Fiere ed eventi: Come il Palio di Siena o il Mercato di Piazza del Campo.

    Abbinamenti Ideali

    🍷 Con Cosa Accompagnarli

    • Vin Santo: L’abbinamento classico toscano.
    • Moscadello di Montalcino: Un vino dolce che ne esalta il sapore.
    • Caffè ristretto: Per un contrasto perfetto tra amaro e dolce.

    🍽️ In Cucina

    • Come ingrediente: Sbriciolati su semifreddi o mousse.
    • Versione moderna: Farcioli per tartellette o cheesecake.

    Ricetta Tradizionale dei Ricciarelli

    Ingredienti (per circa 20 pezzi)

    • 200g di mandorle pelate
    • 200g di zucchero semolato
    • 100g di zucchero a velo (+ extra per spolverare)
    • 2 albumi
    • Scorza grattugiata di 1 arancia non trattata
    • 1 cucchiaino di miele
    • 1 bustina di vanillina
    • 1 pizzico di sale

    Preparazione

    1. Tritare finemente le mandorle con metà dello zucchero semolato.
    2. Montare gli albumi a neve con un pizzico di sale, aggiungendo gradualmente lo zucchero rimanente.
    3. Unire le mandorle tritate, la scorza d’arancia, il miele e la vanillina.
    4. Formare dei rombi con l’impasto e adagiarli su carta forno.
    5. Spolverare abbondantemente con zucchero a velo e lasciar riposare 2 ore.
    6. Cuocere in forno a 150°C per 15-20 minuti fino a doratura leggera.

    Curiosità e Consigli

    • La leggenda: Si dice che il nome derivi dalla loro somiglianza con le labbra carnose di Ricciarda, una nobildonna senese.
    • Conservazione: Si mantengono morbidi per giorni in scatole di latta.
    • Varianti moderne: Alcuni pasticceri aggiungono cioccolato o limone candito.

    Dove Comprare i Veri Ricciarelli

    • A Siena: Pasticceria Marini (via Banchi di Sopra)
    • Online: Siti specializzati in prodotti tipici toscani
    • Fiere gastronomiche: Come “Sapori di Siena”

    Conclusione

    I Ricciarelli sono poesia in bocca, un dolce che racchiude l’essenza della tradizione senese. Con la loro dolcezza delicata e il profumo d’agrumi, rappresentano il perfetto equilibrio tra semplicità e raffinatezza.

    “Non sono semplici biscotti, ma frammenti di storia dolciaria che parlano di crociate, banchetti rinascimentali e moderne golosità.” 🍪✨

    Assaggiateli almeno una volta nella vita, e capirete perché Siena ne va così fiera.

  • Panforte: Storia, Tradizione e Segreti del Dolce Medievale Senese

    Panforte: Storia, Tradizione e Segreti del Dolce Medievale Senese

    Se esiste un dolce che racchiude nei suoi aromi l’essenza stessa della Toscana, quel dolce è senza dubbio il panforte. Questo squisito impasto di frutta candita, spezie e noci, avvolto in un velo di zucchero a velo, rappresenta da secoli il simbolo gastronomico di Siena e delle sue antiche tradizioni. Scopriamo insieme le origini, la ricetta autentica e i luoghi dove assaggiare questa delizia natalizia che ha conquistato il mondo.

    Che cos’è il panforte?

    Il panforte è un dolce tipico senese a base di:

    • Frutta candita (arancia, cedro, melone)
    • Mandorle e noci
    • Miele e zucchero
    • Un mix di spezie (cannella, coriandolo, noce moscata, pepe)
    • Farina in piccole quantità

    La consistenza è morbida ma compatta, con un perfetto equilibrio tra dolce e speziato. Esistono principalmente due varianti:

    • Panforte nero (con pepe e cacao)
    • Panforte margherita (più chiaro, senza cacao)

    La ricetta tradizionale del Panforte di Siena

    Ingredienti (per una teglia da 18 cm)

    • 100 g di farina 00
    • 200 g di miele
    • 100 g di zucchero
    • 200 g di frutta candita mista (arancia, cedro, zucca)
    • 100 g di mandorle pelate
    • 50 g di noci
    • 1 cucchiaino di cannella
    • 1/2 cucchiaino di coriandolo
    • 1/4 cucchiaino di noce moscata
    • 1/4 cucchiaino di pepe nero (solo per la versione nera)
    • 10 g di burro per la teglia
    • Ostie per rivestire la teglia
    • Zucchero a velo q.b.

    Preparazione

    1. Tostare le mandorle in forno a 180°C per 5 minuti
    2. Tagliare la frutta candita a cubetti piccoli
    3. Sciogliere miele e zucchero a fuoco basso fino a 115°C
    4. Unire tutti gli ingredienti mescolando velocemente
    5. Versare in teglia rivestita di ostia e imburrata
    6. Cuocere in forno a 150°C per 30 minuti
    7. Lasciar raffreddare e spolverare con zucchero a velo

    Consiglio: Il panforte va consumato dopo almeno 3 giorni dalla preparazione, quando i sapori si saranno perfettamente amalgamati.

    Dove mangiare il panforte a Siena e in Toscana?

    Alcuni dei migliori posti per assaggiare il panforte artigianale:

    • Pasticceria Nannini (Siena) – la più celebre
    • Pasticceria Bini (Siena)
    • Antica Drogheria Manganelli (Siena)
    • Durante il Palio di Siena (2 luglio e 16 agosto) è tradizione regalare panforti

    Curiosità storiche sul panforte

    • Origini medievali: Le prime ricette risalgono al 1200, quando si chiamava “panpepato”
    • Cibo dei crociati: Veniva portato in viaggio per la lunga conservazione
    • Omaggio alla Regina: La versione “Margherita” fu creta nel 1879 per Margherita di Savoia
    • Protetto dall’UE: Dal 2013 è DOP come “Panforte di Siena”
    • Medicina antica: Nel Medioevo si credeva avesse proprietà curative

    Perché il panforte è così speciale?

    Perché racchiude in sé:
    ✔ La storia di Siena
    ✔ La tradizione dolciaria italiana
    ✔ Un perfetto equilibrio di sapori
    ✔ La magia del Natale toscano

    Hai mai assaggiato il panforte originale di Siena?