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  • Fivizzano: Guida alla Scoperta della “Piccola Firenze” della Lunigiana

    Fivizzano: Guida alla Scoperta della “Piccola Firenze” della Lunigiana

    Arroccata tra le verdi vallate della Lunigiana, dove l’Appennino Tosco-Emiliano incontrare le Alpi Apuane, sorge Fivizzano, un gioiello di storia e arte che per la sua eleganza e ricchezza culturale si è meritata l’appellativo di “Piccola Firenze”. Con le sue piazze rinascimentali, le fontane monumentali e l’aria nobile, questo borgo è una sorprendente tappa per chi vuole scoprire una Toscana autentica e fuori dai percorsi più battuti.

    Cosa Vedere: Un Percorso tra Arte e Storia

    Piazza Medicea e il Centro Storico
    Cuore pulsante del borgo è Piazza Medicea, un salotto rinascimentale lastricato in pietra, dominato dalla Fontana Granducale del 1683. Circondata da palazzi signorili con i loro portali in arenaria, la piazza racconta il periodo di massimo splendore di Fivizzano, quando fu possedimento dei Medici.

    Le Fortificazioni e le Porte
    Delle antiche mura che cingevano il borgo rimangono imponenti testimonianze. Spiccano:

    • Porta Sarzanese: La principale, che si apre verso sud, con il suo stemma mediceo.
    • Porta Modenese: Rivolta a nord, verso l’Appennino.
    • La Cittadella e l’Orologio: I resti dell’antico cassero e la torre dell’orologio, che dominano il borgo dall’alto.

    Chiesa dei Santi Jacopo e Antonio
    Accanto alla piazza, questa chiesa custodisce al suo interno pregevoli opere d’arte, tra cui un fonte battesimale del XV secolo e un organo settecentesco.

    Il Museo della Stampa
    Fivizzano vanta una storia tipografica di prim’ordine: qui fu stampato uno dei primi libri in caratteri ebraici in Italia. Il museo, ospitato nel prestigioso Palazzo Fantoni-Bononi, ne racconta l’affascinante storia.

    Escursioni nei Dintorni

    • Verrucola: A soli 3 km, si erge il maestoso Castello della Verrucola, un fortilizio medievale perfettamente conservato e ancora abitato, immerso in un’atmosfera fiabesca.
    • Equi Terme: Frazione nota per le sue terme e per le Grotte di Equi, un complesso carsico di straordinaria bellezza, con reperti archeologici preistorici.

    Quando Andare: Ogni Stagione ha la sua Magia

    • Primavera (Maggio-Giugno): Ideale per trekking e passeggiate nella natura rigogliosa. Clima perfetto per visitare il borgo.
    • Estate (Luglio-Agosto): Stagione vivace con numerose sagre e feste popolari (come la famosa “Sparita estiva”). Può fare caldo, ma le serate sono fresche.
    • Autunno (Settembre-Ottobre): Forse il periodo migliore. I boschi si colorano di toni caldi, è tempo di funghi porcini, castagne e tartufi. L’atmosfera è malinconica e romantica.
    • Inverno (Dicembre-Febbraio): Il borgo si veste di un’atmosfera silenziosa e suggestiva. Se capita la neve, lo spettacolo è garantito. Periodo perfetto per godersi i piatti caldi della tradizione.

    Come Arrivare

    In auto:

    • Da Firenze: Prendere l’A11 verso Pisa Nord, poi la A12 verso Genova. Uscire a Carrara e seguire le indicazioni per la SS 63 del Passo del Cerreto fino a Fivizzano. (Tempo circa 1h 45min).
    • Da La Spezia: Prendere la A15 verso Parma, uscire a Santo Stefano Magra e immettersi sulla SS 63. (Tempo circa 45 minuti).

    In treno:

    • La stazione ferroviaria più vicina è quella di Aulla, sulla linea Genova-Pisa. Da Aulla, si prosegue in autobus con il servizio di linea (circa 30 minuti).

    In aereo:

    • Gli aeroporti più comodi sono quelli di Pisa (Galileo Galilei, 85 km) e Firenze (Amerigo Vespucci, 125 km). Da qui, noleggiare un’auto è la soluzione migliore.

    Cosa Assaggiare: I Sapori Autentici della Lunigiana

    La cucina di Fivizzano è un trionfo di sapori robusti e genuini, ponte tra la cultura emiliana e quella toscana.

    I Primi Piatti:

    • Testaroli: La regina della cucina lunigianese. Sono una sorta di crêpe di farina, acqua e sale, cotta in stampi di terracotta (i “testi”) e tradizionalmente servita al pesto (la versione originale, senza pinoli) o con funghi porcini e ragù di cinghiale.
    • Panigacci: Simili ai testaroli, ma più spessi e cotti su dischi di terracotta arroventati. Si mangiano con affettati, formaggi o condimenti.

    I Secondi e i Salumi:

    • Lardo di Colonnata: Un’eccellenza DOP che qui si trova a pochi km dalla fonte.
    • Biroldo: un insaccato tipico a base di frattaglie di maiale, aromi e spezie, spesso consumato cotto.
    • Carne di castrato e cinghiale in umido.

    I Dolci:

    • Spongata: Dolce natalizio di origine rinascimentale, a base di miele, noci, pinoli e frutta candita, racchiuso in due sfoglie sottili.
    • Castagnaccio: Torta bassa e morbida a base di farina di castagne, pinoli, rosmarino e noci.

    I Vini:

    • Colli di Luni DOC: Vini bianchi freschi e aromatici (come il Vermentino) e rossi morbidi, perfetti per accompagnare la cucina locale.

    Fivizzano è più di un semplice borgo da visitare. È un luogo da assaporare con lentezza, camminando per le sue silenziose vie lastricate, assaggiando i suoi prodotti genuini e lasciandosi incantare dalla sua atmosfera sospesa nel tempo. Un angolo di Toscana che sa ancora raccontare storie antiche a chi ha voglia di ascoltare.

    Hai mai visitato Fivizzano e la Lunigiana? Quale piatto tipico ti ha stupito di più?

  • Testaroli della Lunigiana: L’Antichissima Pasta senza Uova che Racconta la Storia

    Testaroli della Lunigiana: L’Antichissima Pasta senza Uova che Racconta la Storia

    Nella cucina italiana, dove la pasta regna sovrana, esiste una preparazione così unica e antica da essere considerata la progenitrice di tutti i formati di pasta. Non è un piatto elaborato, ma una ricetta di pura sopravvivenza, nata dal genio contadino: sono i Testaroli della Lunigiana, un tesoro gastronomico a cavallo tra Toscana e Liguria che stupisce per la sua semplicità e il suo sapore autentico.

    A prima vista potrebbero sembrare delle semplici crêpes spesse, ma la loro magia si rivela nella cottura e nel condimento. Scopriamo la storia, il metodo di cottura tradizionale e come assaggiarli nel modo giusto.

    Storia e Curiosità: La Pasta dei Testi

    La Lunigiana, terra di castelli e antichi percorsi, ha dato i natali a questo piatto povero le cui origini si perdono nel tempo, addirittura ai tempi degli antichi Romani. Il nome “testarolo” deriva dagli strumenti usati per cuocerli: i “testi”.

    I testi erano (e sono tutt’oggi) dei dischi in terracotta o ghisa, messi a scaldare sulla brace del camino. L’impasto liquido a base di solo acqua, farina e sale veniva versato su questi dischi roventi e cotto, dando vita a una specie di grande pancake senza lievito.

    Questa cottura antica, che non prevedeva l’uso di pentole, li rendeva facili e veloci da preparare. I testaroli sono quindi una forma di pasta primordiale, antecedente all’invenzione della trafilazione o della formatura a mano.

    Come Si Preparano: La Cottura nei Testi di Terracotta

    Preparare i testaroli nel modo tradizionale è un vero e proprio rito che richiede strumenti specifici e pazienza.

    Ingredienti (semplicissimi):

    • Farina (tradizionalmente un mix di grano tenero e grano duro)
    • Acqua
    • Sale

    Procedimento Tradizionale:

    1. L’Impasto: Si crea una pastella molto liquida e liscia, simile a quella per le crêpes, ma leggermente più densa. Deve riposare a lungo (anche diverse ore) per far sì che la maglia glutinica si formi perfettamente.
    2. La Cottura nei Testi: I testi di terracotta vengono scaldati fino a diventare roventi sulla fiamma viva o in forno. L’impasto viene versato in uno spesso strato su un testo caldo e poi coperto con un altro testo altrettanto caldo, creando un “panino” di terracotta che cuoce la pasta da entrambi i lati con un calore uniforme e intenso.
    3. Il Taglio: Una volta cotto, il disco uniforme e compatto (chiamato “testarolo”) viene tagliato a spicchi, a rombi o a quadrati. Questi pezzi, incredibilmente, non sono ancora pronti per essere mangiati.
    4. La Bollitura (Il Passaggio Cruciale): Gli spicchi di testarolo vengono fatti bollire per pochi minuti in acqua salata, proprio come si fa con la pasta. Questo passaggio finale è ciò che li trasforma da una semplice schiacciata a una pasta unica, dalla texture irresistibile: morbida ma con una resistenza unica al dente.

    Dove Trovare i Testaroli più Autentici

    I testaroli sono il piatto simbolo della Lunigiana Storica. I posti migliori per assaggiarli sono:

    • Le Trattorie e le Osterie locali: In paesi come Pontremoli, Filattiera, Bagnone, Villafranca in Lunigiana e Fivizzano, quasi ogni menu li propone. Cercate le osterie più antiche e fuori dalle rotte turistiche principali.
    • Le Sagre: In primavera e estate, molti paesini della zona dedicano sagre al testarolo, dove è possibile assaggiarli cotti nei testi come una volta.
    • Da Portare a Casa: Molti panifici e produttori locali vendono i testaroli già cotti e pronti per essere bolliti a casa per pochi minuti. È il miglior souvenir gastronomico possibile.

    Quando e Come Mangiarli: Il Condimento è Tutto

    I testaroli sono un primo piatto sostanzioso, perfetto per un pranzo dopo una camminata tra i borghi della Lunigiana. La loro natura semplice richiede un condimento altrettanto semplice ma potente.

    Il condimento per eccellenza, obbligatorio per la prima volta, è il Pesto alla Genovese.
    L’abbinamento non è casuale: la Lunigiana è terra di confine e il basilico delle vicine Liguria e della stessa Lunigiana trova qui la sua espressione massima. Il pesto fresco, cremoso e aromatico, si insinua perfettamente nelle porosità del testarolo, creando un matrimonio di sapori indimenticabile.

    Altri condimenti tradizionali includono:

    • Sugo di Funghi Porcini: soprattutto in autunno.
    • Ragù di Carne: un sugo di carne semplice e saporito.
    • Pecorino Fresco e Olio EVO: per una versione ancora più povera ma deliziosa.

    I Migliori Abbinamenti: Vino e Territorio

    Un piatto così territoriale richiede un vino dello stesso territorio.

    • L’abbinamento classico è con un vino bianco fresco e non troppo invasivo della zona, come un Vermentino dei Colli di Luni o un Bianco di Candia. L’acidità e la mineralità del vino puliscono perfettamente il palato dalla grassezza dell’olio e del formaggio nel pesto.
    • Per chi preferisce il rosso, l’ideale è un vino giovane e leggero, come un Colli di Luni Rosso a base di Sangiovese e Pollera, che non sovrasti il piatto.

    Assaggiare i testaroli non è solo mangiare un piatto di pasta. È fare un viaggio nel tempo, assaporando una ricetta che ha sfamato generazioni con soli tre ingredienti e un’incredibile sapienza. È un’esperienza che ogni appassionato di cucina autentica e di storia dovrebbe vivere almeno una volta.