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  • I dolci di Natale che non possono mancare sulle tavole toscane

    I dolci di Natale che non possono mancare sulle tavole toscane

    I dolci natalizi toscani incarnano secoli di tradizioni senesi e contadine, con spezie orientali, mandorle e miele che trasformano il fine pasto in un rito familiare caldo e speziato, perfetti per la notte di Natale e per il periodo delle feste.

    Panforte: il re medievale delle feste

    Il panforte senese, nato intorno all’anno Mille come “pane di miele” povero con acqua di risciacquo del miele, evolve in panpepato grazie al pepe arrivato a Siena e si arricchisce di mandorle, noci, canditi, cannella, chiodi di garofano durante le crociate. La versione bianca per la Regina Margherita del 1879 prevede ostia, spezie e frutta secca senza copertura scura, ideale con Vin Santo o Chianti Riserva per bilanciare la pastosità. Protagonista assoluto, si conserva settimane per regali o cenoni multipli.

    Ricciarelli: eleganza friabile di mandorle

    I ricciarelli, simbolo senese dal XIV secolo, devono il nome forse a Ricciardetto della Gherardesca che li portò dall’Oriente o alla forma “arricciata” come babbucce turche; pasta di mandorle, zucchero a velo, scorza d’arancia, cedro candito e cannella cuoce croccante fuori e morbida dentro. Primo dolce italiano certificato, si abbinano a spumante demi-sec o amaretto, senza glutine per un tocco raffinato post-arrosto. Venduti in scatole eleganti, incarnano il Natale nobile toscano.

    Cavallucci: rustici per viandanti medievali

    I cavallucci, diffusi al tempo di Lorenzo il Magnifico, prendono nome dai postriboli per cocchieri: farina, miele, zucchero, anice, semi di coriandolo, arancia candita e noci formano dischi schiacciati croccanti fuori e morbidi dentro, longevi per viaggi. Rustici e speziati, sposano Chianti giovane o Vin Santo, perfetti con caffè forte dopo tortelli o arista. Tradizione contadina per tavole autentiche lontano dal consumismo.

    Altri tesori: brigidini, cantucci e copate

    • Brigidini di Lucignano: cialde friabili con uova, zucchero, anice cotte su piastre roventi, croccanti o morbide calde.
    • Cantucci di Prato: fette biscottate alle mandorle dal XVI secolo per i Medici, ideali intinti in Vin Santo.
    • Copate senesi: croccante di miele, noci e mandorle tra ostie, nato in convento pre-1400 per la Vigilia.

    Questi dolci uniscono sacro e profano in un equilibrio speziato, reperibili nei mercatini di Siena o Arezzo per un Natale toscano genuino.

  • Tavola di Natale in Toscana: menù tradizionali, ricette di famiglia e sapori d’inverno

    Tavola di Natale in Toscana: menù tradizionali, ricette di famiglia e sapori d’inverno

    La tavola natalizia toscana celebra sapori rustici e antichi, con antipasti sfiziosi, paste ripiene, arrosti succulenti e dolci speziati tramandati da generazioni, perfetti per il pranzo del 25 dicembre o la cena della Vigilia.

    Antipasti: crostini ai fegatini e salumi misti

    Iniziano i crostini ai fegatini di pollo, un classico senese con fegatini saltati in soffritto di cipolla, carota e sedano, sfumati con vino bianco e frullati in crema spalmata su pane toscano sciapo abbrustolito. Originari della tradizione contadina, accompagnano finocchiona, prosciutto e crostini misti, evocando pranzi familiari d’epoca. Abbina un rosato fresco IGT toscano per bilanciare la ricchezza.

    Primi: tortelli di patate o marroni con ragù di cinghiale

    Dal Mugello arrivano i tortelli di patate, pasta fresca ripiena di patate lesse schiacciate con parmigiano e noce moscata, conditi con ragù di cinghiale cotto lento in vino rosso e spezie, piatto da Appennino che unisce pasta povera a selvaggina nobile. In Versilia prevalgono i tordelli con ripieno di carne o, per variare, tortelli di marroni lessati e ragù, radici nelle feste rurali toscane. Scegli Chianti Classico DOCG giovane per il tannino che taglia il grasso.

    Secondi: arista arrosto e fagioli all’uccelletto

    L’arista di maiale arrosto, costine legate e cotte con aglio, rosmarino e vino bianco, nasce da un fraintendimento linguistico del XV secolo (“arista” per lodi a un cosciotto greco), servita con fagioli all’uccelletto stufati in pomodoro, aglio e salvia come da Artusi. In variante appenninica, cinghiale in umido aggiunge intensità selvatica. Abbina Brunello di Montalcino per struttura con carni rosse.

    Dolci: panforte, ricciarelli e cavallucci con Vin Santo

    Il panforte senese medievale, disco di mandorle, noci, canditi, spezie (pepe, chiodi di garofano, cannella) su base di ostia, evolve dal “panpepato” povero per conservabilità natalizia. Ricciarelli, pasta di mandorle con scorza d’arancia e zucchero a velo dal XV secolo, friabili e senza glutine; cavallucci rustici con anice, semi di coriandolo e arancia candita. Concludi con schiacciata fiorentina speziata e Vin Santo toscano passito. Il Vin Santo equilibra spezie e ricchezza.

    Questa tavola unisce costa, campagne e montagne toscane in un menù autentico, caldo e festoso, ideale per condividere storie familiari sotto l’albero.

  • Borghi di Natale in Toscana: presepi, luci e tradizioni da scoprire a dicembre

    Borghi di Natale in Toscana: presepi, luci e tradizioni da scoprire a dicembre

    I borghi toscani in dicembre si accendono di luci natalizie, presepi viventi e antiche tradizioni, offrendo un Natale autentico lontano dalle folle delle grandi città. Questi piccoli centri medievali, tra Arezzo, Siena e Lucca, si trasformano in scenari magici con luminarie, figuranti in abiti d’epoca e profumi di vin brulé, perfetti per viaggi lenti e famiglie.

    Anghiari: vie illuminate come un presepe vivente

    Anghiari ospita “Anghiari di Natale” da dicembre 2025 al 6 gennaio 2026, con mercatini artigianali in casette di legno, cori natalizi e mostre di presepi che animano le stradine medievali. I visitatori passeggiano tra luci calde, prodotti tipici locali e laboratori per bambini, culminando con l’arrivo della Befana in piazza. Questo borgo aretino unisce atmosfera fiabesca a degustazioni di oli nuovi e vini, ideale per un weekend immersivo.

    Castiglion Fiorentino: comparse tra antichi mestieri

    Il presepe vivente di Castiglion Fiorentino anima il centro storico il 21 e 26 dicembre 2025, con oltre 100 figuranti che rappresentano artigiani, pastori, Erode e la Natività partendo da piazza San Francesco. Lungo il percorso tra vicoli caratteristici, si gustano ciacce, castagne e vin brulé, evocando tradizioni secolari. L’evento riporta i visitatori indietro nel tempo, tra palazzi storici e scene di vita quotidiana d’epoca.

    Monterchi e Sansepolcro: presepi tra colline aretine

    A Monterchi, il presepe vivente “Venite Adoremus” si svolge il 26 e 28 dicembre 2025, più 1, 4 e 6 gennaio 2026 nel borgo Le Ville, con 57 scene, 250 figuranti e un chilometro di percorso illuminato da lanterne. Sansepolcro propone il suo a Loc. Gricignano nelle stesse date festive, con figuranti che ricreano la Natività in contesti rurali. Entrambi gli eventi celebrano la Toscana aretina con falò, musiche e antichi mestieri.

    Impruneta, Reggello e borghi lucchesi: tradizioni diffuse

    Impruneta accende il presepe vivente in Basilica la notte di Natale 2025 alle 22:00, mentre Reggello lo organizza a Pie Tosi il 26 dicembre e 4 gennaio 2026. Nei borghi lucchesi come Bagni di Lucca (7 dicembre) e Fabbriche di Vergemoli (21 dicembre), i presepi viventi si intrecciano a rievocazioni medievali e luminarie. Questi appuntamenti uniscono sacro e folklore, con percorsi tra pievi e frazioni illuminate.

    Questi borghi regalano un dicembre intimo e suggestivo, dove luci e presepi esaltano pietre antiche e usanze tramandate, perfetti per scoprire la Toscana invernale autentica.